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Precetto, e previsione di disobbedienza


Parlerò delle mie letture! Una minaccia; ebbene ne parlerò anche se parlarne non servirà altro che alla creazione (moderno Victor Frankenstein) dell'ennesimo mostro, dalle fattezze virtuali, per l'occasione sotto forma di banale blog di letture. Anche se non di letture banali, si potrebbe obiettare con la consueta presunzione del lettore che, proprio perchè lettore, crede che i libri da lui inderogabilmente precettati o quelli fatalmente capitatigli tra le mani per capriccio siano i soli ad avere dignità di essere letti. Quella stessa presunzione con cui guardiamo con diffidenza il nostro vicino in una libreria affollata cercando di capire la direzione del suo sguardo, sicuramente, pensiamo noi, posato sulla coperta multicolore di un best seller privo di valore. O l'amabilità con cui gli scambiamo uno sguardo d'intesa, come di vecchi compari che giocano a scopone, dopo avergli visto in mano qualche nostro oscuro feticcio letterario.
Perchè  se lo scrittore è un Dio che crea, il lettore è un Dio che corregge; subordinato al cratore che pure a lui è sottoposto. Un Dio minore, ad ogni modo, questo sia detto...
Che parlare di letture sia il pretesto per parlare di ogni cosa è dubbio lecito, ma non giustificato, e ad ogni modo è fuor di dubbio che questo mio precetto (di bellamente parlare di letture) altro non è che un capriccio al quale altrettanto capricciosamente non dubito di potermi sottrarre, disobedendolo.

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